Primo Numero Wired Italia: Il Nuovo Può Attendere
E’ una vita che sbattiamo il grugno nel mondo del lavoro, nel mondo dell’imprenditoria, nel mondo dello studio. E la canzone è sempre la stessa: "aspetta".
Dove cazzo vuoi andare tu che hai "appena" 40 anni?
Capita che entri in rete, cerchi, apprendi, socializzi, interagisci, crei il tuo micro-network e ti accorgi che funziona.
Ti accorgi che c’è spazio, al contrario di quello che accade nel nostro paese. E in quello spazio puoi interagire, crescere. E per questo investi il tuo tempo in rete. Ne investi sempre più, sempre di più.
Qualcuno apre partita iva, qualcuno versa sino all’ultima goccia di sangue nella sua start-up, qualcuno si propone come scriptor, come grafico, come copywriter. Qualcuno costruisce una rete di contatti che neanche le società di PR americane…
Sotto sotto tutti noi aspettiamo il momento in cui le dinamiche che ci siamo costrutiti in rete contaminino in qualche modo il mondo reale.
Prima o poi… è questo che fondamentalmente abbiamo tutti in testa. Prima o poi…
Quando arriva Wired Italia pensi Si! Finalmente!
Wired è un modo di essere, non è un nome;
- Vuol dire essere connessi.
- Essere parte di un network informativo.
- Vuol dire stare con la testa altrove.
- Vuol dire fregarsene se sei famoso, se conosci qualcuno, se hai referenze.
- Vuol dire avere la sfrontatezza di andare al di là della visione del mondo precostituita
Hai qualcosa di veramente interessante da dire? Hai qualcosa di diverso da farci vedere?
Chissenefrega se sei noto oppure no. Ti sbattiamo in faccia al mondo: d’ora in poi ci sei anche tu.
Alcune copertine dell’edizione originale USA di Wired del 2008.
E sulla prima copertina di Wired Italia avrebbe dovuto esserci
- il blogger che rappresenta tutti gli altri bloggers
- l’imprenditore che rappresenta chiunque rischia la propria casa per portare aria nuova e consolidare nuove professionalità
- lo scriptor che passa 10 ore al giorno a sviluppare su un progetto senza retribuzione, che poi viene condiviso col mondo
- l’innovatore che tenta disperatamente di diffondere uso e conoscenza dei nuovi media e viene trattato come un alieno appena sbarcato dal pianeta Papalla
Invece questa è la prima copertina di Wired Italia.
Non è questione di chi sta in copertina, né un giudizio nei confronti della stessa. Solo che una rivista come Wired dovrebbe dare una scossa, smuovere le acque in qualche modo, segnare un cambiamento. Darci entusiasmo.
E francamente, nessuno me ne voglia, la scelta stessa del personaggio della prima copertina mette col morale a terra.
A leggere i titoli sembra un focus sotto steroidi: “echelon”, “torre rotante”… 😉
Più esattamente a sx sembra Focus, a dx ha un non so che de L’Espresso
E una volta focus era un bel giornale, sia chiaro. Oggi è per gente che vuol darsi un tono sotto l’ombrellone evitando novella 2000 😛
E’ una scelta editoriale che non si spiega: sono perplesso, così come tutti quelli che hanno appreso in anteprima la notizia.
Concordo. Anche se … è solo la copertina.. anche se bisogna aspettare…anche se è meglio non dare giudizi affrettati… comunque la scelta editoriale dà indicazioni ben precise.
Comunque a me Wired Italia puzza di buco nell’acqua, e non da oggi. Come fai a lanciare una rivista tecnologica nel 2009 ancora su carta? Fai un sito multiautore con i controcazzi e morta lì 🙂
Spesso compro lo stesso la versione americana su carta anche se c’è il sito a disposizione. Se il progetto è … innovativo anche una versione su carta ha un suo ruolo. Gli abbonamenti low-cost biennali hanno fatto pensare anche me ma probabilmente si è trattato di costruire un pacchetto di lettori iniziale su cui poggiare le entrate pubblicitarie iniziali. Tu ti sei abbonato?
No. I miei acquisti di riviste e giornali cartacei sono praticamente nulli. Cosa compro a fare riviste di informatica mensili se le notizie dopo 6 ore sono già vecchie? Per ricordarmi di quando le avevo lette un mese prima?
Stessa cosa dicasi per altri argomenti: news, persino la cucina: la rete è un immenso database di ricette. 😉
E poi vedila così: faccio risparmiare un sacco di alberi e non occupo spazio in casa. 😉
Ikaro, come dicono oltre oceano: “You got the point!”
Infatti ancora non mi è arrivata la rivista 😀 Si staranno vedicando?
non arriveranno al 2010.
No, ha già chiuso 🙂
Ottimo Wired!
Spiace per le tuo critiche ma lo trovo moolto interessante, se poi lo si leggesse anche invece di fermarsi alla copertina si capirebbe qualcosa in più.
Le mie critiche SONO alla copertina.
Ciao simpaticissimi!
appena arrivato..ma penso di “abituarmici”!
Wired e la sua copertina?
ok..wired è..nel mio sentire..frontiera e come tale “non allineata”..creativa..semi proposti e da coltivare..ebollizione più che consolidamento..quindi non solo è ma crea la frontiera.
Rita Levi Montalcini? un “mito”..giusto per essere sense oriented..quindi consolidato..un punto fermo
Penso sia semplice trovare quindi contrasti più che assonanze nel mood che rappresentano..
Ma voglio bene ad entrambi, quindi (mi) propongo un’altra chiave di lettura…
Cosa c’è, purtroppo ancora oggi, di più rivoluzionario di “..io sono la mente”?
siamo o no nell’economia della conoscenza (..magari!!)?
siamo o no nella body modification age (piercing e oltre..)?..e oggi se la normalità è “mi faccio la plastica”..tutti uguali con le labbra abbottate..cosa c’è di più rivoluzionario del “me ne fotto del mio corpo che “non devia dal naturale fluire del tempo”.?.io sono la mente..ben oltre di “Yes, we can”!
E poi così europeo..meditterraneo..è un Cogito ergo sum..una riaffermazione dell’essere in quanto umano..che certo ai nerds tecno-gadget-bitLogged può appartenere meno, ma spero appartenga sempre più..
..questo mi piace leggerci..e questo mi ha fatto piacere proporvi..
Grazie per l’ospitalità e buon lavoro
billy de vita
info@ipera.it
Ciao Billy e benvenuto 🙂
ma certo, è una chiave di lettura perfettamente legittima la tua. Ma Rita Levi Montalcini non aveva bisogno della copertina di Wired a mio avviso. Altri magari ne avrebbero avuto più bisogno. Avrebbe dovuto lasciar spazio.
Da Wired avrei voluto che ossassero di più (che cui vuole a mettere un premio nobel…) e da lei sarebbe stato lecito aspettarsi che lasciasse spazio.
Riguardo un discorso puramente di immagine, non mi piacciono le sue foto, non mi fanno una bella impressione, e non per la vecchiaia. Per il discorso sopra: non lasciare spazio.
Ciao
Daniele
Le critiche se le merita anche il dentro.
Alla fine della lettura, un’unica domanda: che mi rimarrà? E un’unica risposta: niente. Dopo due ore ti sei già dimenticato non di aver letto, ma di aver comprato Wired. Il che è una buona politica per moltiplicare le vendite: si rischia di ricomprare due o tre volte lo stesso numero. Insomma, l’ennesimo giornale inutile (per il lettore, non per l’esoso editore).