Penalizzazione ranking in atto per siti con ads contestuali
I programmi di affiliazione Pay-per-click (PPC) sono una ottima fonte di monetizzazione del traffico per molti webmasters e bloggers ma hanno dato origine ad un fenomeno negativo; gli spam site. Gli spam site sono siti internet con contenuto testuale automatizzato, di scarsa autorità, costruiti per lo più in maniera dinamica e casuale al solo scopo di visualizzare annunci pay-per-click.
Negli ultimi tempi sembra che per questo motivo, molti motori di ricerca stiano applicando verso tutti i siti contenenti annunci contestuali PPC una sorta di penalizzazione favorendo il ranking di siti senza alcun programma di affiliazione. Indirettamente quindi vengono puniti anche i siti con contenuto originale ed autorevole che mantengono i costi proprio dalla monetizzazione del traffico con annunci contestuali PPC.
Sembra un controsenso ma non lo è. I vantaggi di una mossa del genere da parte di motori di ricerca che offrono questo tipo di affiliazioni sono sostanzialmente due;
- Contenimento dei danni apportati all qualità delle ricerche causati dagli spam-site
- Maggiori introiti pubblicitari aumentando il numero di click degli utenti negli annunci contestuali presenti nelle pagine delle ricerche, e non sugli annunci presenti nei siti publisher
Programmi come AdSense, infatti, funzionano pechè il guadagno sul click effettuato su un sito publisher è maggiore per il publisher che per il motore che offre gli ads contestuali, per cui ai motori conviene che gli utenti clicchino sugli ads presenti nelle SERP piuttosto che sulle pagine dei siti dei publisher, guadagnando il 100% del costo del click pagato dall’advertiser.
Questa conclusione, oltre che logica, è supportata da uno studio effettuato da RankingMeasures.com su oltre un milione di SERP con più di 15.000 chiavi di ricerca popolari, e sembra non lasciar adito a dubbi; oltre il 75% dei siti contenenti annunci PPC (AdSense, YPN, Microsoft AdCenter , ecc) hanno registrato un drastico calo nel ranking rispetto a siti concorrenti che non contengono ads.
In particolare, su uno dei principali motori di ricerca è stato appurato che rispetto ad una ricerca con keys molto popolari 816 siti contenenti ads sono risultati nella prima pagina, mentre 1.356 sono stati relegati oltre la ventesima posizione.
La cosa vale anche per Google, che sembra stia prendendo le distanze dal suo stesso programma di annunci contestuali (AdSense). I webmasters faranno lo stesso? Di certo la situazione non è piacevole in quanto moltissimi siti di contenuto autorevole ed originale che sono costati tempo e fatica sono caduti loro malgrado in questa penalizzazione.
In questo ultimo mese il mondo dei webmasters e dei SEO in particolare è scosso da mutamenti e sconvolgimenti delle SERP senza precendenti ed apparentemente senza motivi individuabili, quindi gestibili. L’ipotesi che tali mutamenti nel ranking siano divuti a queste problematiche è tutt’altro che irreale.
Ma cosa stai dicendo chi ti ha detto che sei penalizzato se inserisci tag di affiliazione, te lo sei inventato.