Mettersi In Proprio: 7 Consigli Per Novelli Microimprenditori Del Web
Ho iniziato a lavorare nel campo dell’information tecnology sin dal lontano 1995, ed in tutto questo tempo avuto modo di operare come;
- collaboratore
- ditta individuale
- amministratore di società a responsabilità limitata
- socio di società in accomandita semplice
Vedo e leggo nei social di molti che si avventurano nell’IT mettendosi in proprio e tentando il grande passo. In tutti questi anni ne ho passate un pò di tutti i colori ed ho pensato che sarebbe stato utile e carino condividere alcuni pensieri frutto di esperienze reali provate sulla mia pelle.
Il mio punto di vista è un pochino maturato, e se prima vedevo nel mettersi in proprio una forma di ribellione al modello sociale precostituito
scuola/lavoro/pensione/morte
adesso lo ritengo un passo essenziale per migliorarsi e crescere sia come professionisti che come individui.
Alla luce di ciò guardando indietro mi vengono spontanee alcune riflessioni;
- Carriera e qualità di vita non necessariamente coincidono
Questo è il primo punto. Non necessariamente fare carriera vuol dire vivere meglio, o più agiatamente. Molte volte significa proprio il contrario - I contatti umani sono determinanti per la crescita umana e professionale
Le due cose non sono scindibili. Quando ti avvicini ad un cliente, o ad un collaboratore, oltre al suo pedigree o alle referenze capterai una sorta di energia che può essere positiva o può deprimerti. Nel secondo caso stai lontano, anche se sembra che tu stia perdendo una occasione. - Non lasciare che le condizioni di necessità influenziono le tue decisioni in ambito lavorativo
Sembra facile quando sei in crisi di liquidità, magari con scadenze fiscali impellenti, prendere un lavoretto sudicio e pagato poco giusto per andare avanti qualche settimana con i pagamenti e le scadenze. E’ uno degli errori peggiori, si aprirà un vortice senza fine. - Una SAS è la forma societaria migliore per una microimpresa
Una ditta individuale non ti permette di scaricare quasi nulla, una srl ti costringerà a pagare ogni boccata d’aria che respiri ed a pagare tasse anche su parte dei tributi pagati.La miglior forma societaria per attività autonome che non facciano girare grandi cifre è la società in accomandita semplice: si apre con un famigliare e le tasse sono a carico dei soci distribuendo l’imponibile in proporzione alle quote.
I parametri IRPEF rimangono bassi, il socio accomandante (il familiare) non paga l’INPS se non lavora, tu lo paghi solo sulla tua quota imponibile e lo puoi detrarre.
- Attento agli studi di settore, possono essere bombe ad orologeria
Gli studi di settore sono delle schede statistiche sulla tua attività che andranno compilate ogni anno ed inviate all’Agenzia delle Entrate.Quando vennero introdotti furono fatti passare come strumento di natura statistica ma di fatto può traformarsi in uno strumento di repressione arbitrario ed assurdo. Se un anno il tuo imponibile sarà inferiore a quanto statisticamente calcolato per la tua attività, ti busseranno alla porta chiedendoti il pagamento di tasse su soldi non incassati.
Lo so, è assurdo, ma cerca qualcuno che ci è passato oppure un fiscalista ed avrai conferma. Gli studi di settore devono essere complilati per fare in modo che i tuoi bilanci siano sempre nei valori che qualcun altro ha deciso debbano essere considerati come media, non per riflettere la tua reale attività. Per questo chi li compila deve sapere il fatto suo.
- Il successo è determinato dai lavori che lasci, non da quelli che prendi
La crisi economica e la difficoltà nel trovare commesse potrebbe renderti facile preda di squali e paraculi di vario genere.Non prendere lavori di manovalanza, ma soprattutto rifuggi i lavori in subappalto. In questo genere di affari avrai tutta la responsabilità, le grane e le spese (spesso anticipate) ma il tuo nome non apparirà mai.
Apparirà quello di qualcun altro. I lavori in subappalto sono il corrispettivo moderno dei vecchi bugigattoli nel sottoscala, bui e pieni di polvere.
- Chiediti se vuoi fare l’imprenditore o vuoi essere semplicemente libero
Dopo aver esercitato la tua attività per un pò, diciamo un anno,fermati un attimo e chiediti se vuoi essere veramente un imprenditore o un uomo libero.Purtroppo il modello di economia moderno che spacciamo come avanzato si basa sullo sfruttamento delle persone.
Ed un buon imprenditore oggi deve necessariamente saper sfruttare bene le persone per fare profitto. Qualcuno si straccerà le vesti, ma è innegabile che sia così. Se non è nelle tue corde considera altre strade, altre forme di lavoro e di remunerazione basati su nuovi modelli di business, magari meno conosciuti ed ancora da perfezionare, ma pefetti per essere uomini liberi.
Se tornassi indietro una cosa la farei senza dubbio: cercherei di fare esperienze fuori dall’Italia perchè questo è il paese peggiore in quanto ad opportunità disponibili raggiungibili con la creatività e la libera iniziativa. Comunque sia, in bocca al lupo 🙂
Photo Credit: Andres Rodriguez
ottimo post, complimenti
Grazie 🙂
bellissimo post davvero.. interessante il discorso sulle SAS, ci farò un pensierino… devo solo vedere se ci sto dentro 😀
Anche io ci farò un pensierino… anzi una mail al commercialista ci va proprio. Cmq ottimo articolo. Punto 7… tra le due opzioni penso di voler esercitare la professione di uomo libero 🙂
Capita al momento giusto.. sto valutando di farmi del male con una P.IVA
Davvero molto interessante, sopratutto il punto sulla SAS, non ne conoscevo nemmeno l’esistenza! 😀
Bell’articolo Daniele!
Vorrei poter aggiungere un ottavo punto, che abbiamo già avuto modo di condividere in passato: BABBO NATALE NON ESISTE! Se bussa alla tua porta con una sacca piena di promesse e di facili guadagni sbattigli la porta in faccia ed assicurati che non torni! Il mercato è pieno di questi omuncoli che strisciano tra i piccoli imprenditori nella speranza di raggirarli, magari sfruttando la scarsa esperienza.
In bocca al lupo 😉
Cavolo, l’ho dimenticato 🙂 Come ho un attimo faccio un innesto!
Perchè non hai scritto questo post 8 anni fa? 🙂
Scherzo, la cosa che mi è piaciuta di più è il concetto di uomo libero, complimenti.
Ciao Jacopo,
perchè otto anni fa ci ero dentro con tutte le scarpe 🙂
Questa condivisione di esperienze è più utile di un corso di formazione, Grazie
Sarà empatia o sarà che ti sogno insieme al dott. Aprile, ma hai colto nel segno: ieri ho dato le dimissioni dall’azienda nella quale lavoravo per andare con le mie gambe.
Ora, è innegabile che un post simile sia non solo utile ma anche “illuminante” per uno come me che le gambe le ha anche corte 😉
Bravo e grazie.
Veramente? Allora ci facciamo un post dai.. aggiungimi su skype…il link è in alto a sx
Un’altra cosa che consiglierei a chi vuole aprire una p. iva senza troppe spese è la partita iva con regime dei minimi…forse la più indicata per chi vuole iniziare in questo campo 😉
complimenti, chiarezza ed illuminazione insieme… cosa rara 🙂 è stato un piacere leggere l’articolo
La catena scuola/lavoro/pensione/morte è proprio il percorso che non voglio più affrontare e che comunque è strettamente legato al concetto che esprimi all’utlimo punto.
Complimenti per il post! 😀
in questi giorni stò pensando di mettermi in proprio, vorrei aprire un piccolo laboratorio artistico..soprattutto per la realizzazione di mosaici. cosa ne pensate? rende come lavoro? sono un pò confuso. un grazie atutti, ciao 🙂
bell’ articolo. Però avrei una domanda da farvi: vorrei aprirmi una p.iva e vorrei chiedervi se l’ INPS va pagata lo stesso anno di apertura o nell’ anno successivo. Questo perchè ho un amico che sta passando i guai con arretrati d’ inps in quanto, rilevando un’ attività gia avviata, naturalmente con una nuova p. iva, ha ricevuto le cartelle per pagare i contributi inps dopo due anni aventi come importo la somma di entrambi i due anni e tra parentesi gli sono arrivate a luglio con prima scadenza maggio già passato. Grazie e complimenti.
Ciao Alessio, una volta aperta la partita iva e fatta la comunicazione all’INPS bisogna aspettare che ti arrivino i moduli F24 per posta. Può capitare che arrivino con ritardo, in tal caso si dovrà pagare sia l’anno in corso che quello regresso.
Veramente illuminante, mi associo a quanto scritto da altri!!
Anche io sono stufo di essere un semplice esecutore e di vedere cassate la maggior parte delle idee che mi vengono in mente.
Ho un’unica domanda da vero inesperto.. come si può fare per trovare i soldi iniziali ad avviare la propria attività? So che è una domanda assurda, alla quale è difficile rispondere, senza per altro sapere il settore economico di riferimento.. ma sento dire in giro che chiedere un prestito oggi è quasi impossibile.
grazie mille
Se l’idea è valida potresti stilare un business plan e partecipare ai molti eventi che hanno proprio il compito di mettere a contatto persone con idee valide ed aziende con budget destinati a finanziarle.
Nel caso di progetti online in italia c’è Working Capital di Telecom http://www.workingcapital.telecomitalia.it/ oppure directories come Startup Cloud, una directory contenente progetti avviati da poco con investitori in cerca di buone idee.
In ogni caso è una strada impegnativa ma molto, molto entusiasmante.
Carissimi, personalmente trovo sia sufficiente scegliere cosa fare e in quale quantità, non bisogna prendere tutti i lavori per forza. Poter scegliere mi fa sentire libera.
Ho fatto molta esperienza all’estero, senza muovermi da casa, in videoconferenza… dalla vita in su in tailleur, dalla vita in giù in pigiama e ciabatte. La chiamo libertà!!!
Concordo, la mia versione di libertà è in costume sotto una palma col laptop in mano 🙂
Allora dovresti avviare un’impresa col network marketing!
Caro ikaro, bel post utile:), ci son capitata per caso… Con un gruppo di amici e conoscenti vari sto creando un piccolo piccolo network di siti sull’editoria. Non sappiamo come regolamentare il tutto (due di noi saranno i veri responsabili e avranno l’ultima parola, ma vorremmo condividere tutto il resto con tutti, non avere gente che “lavora per noi”… ma come fare senza perdere il necessario controllo della barca? Sei così gentile da darmi qualche lume sui “nuovi modelli di business, magari meno conosciuti ed ancora da perfezionare” di cui parlavi nel tuo post? E poi, se non sono molesta, c’è qualche link o libro che ci consigli, a proposito di modelli di business “avangarde”? Grazie, Francesca
P.S. Un unico dubbio sul tuo post! E se lasci tutto quel che non è adatto a te (praticamente tutto all’inizio), come fai a farti conoscere? E come paghi quelle bollette?
Ciao Francesca, questo unico dubbio è proprio la difficoltà maggiore 🙂 Ovviamente non è che possiamo lasciare tutto senza avere una alternativa seppur minima, bisogna pur mangiare. Diciamo che se non ci troviamo bene è saggio iniziare a costruirsi una alternativa. In ogni caso le cose non accadono da sole, tutto ciò che avviene è determinato dalle nostre azioni o dalla nostra mancanza di azione 🙂
Per guadagnare bisogna lavorare, io ho raccolto un pò di progetti sul mio sito.
Vi invito a darci un’occhiata sono tutte proposte lavorative veritiere.
Per alcune bisogna investire ed aprirsi una partita iva ma ce ne sono anche dove lo startup è gratuito.
Se vi va di vederlo:
http://guadagnareinproprio.jimdo.com
saluti
Luca
Complimenti Ikaro, bella guida su come ribellarsi al sistema, e rendersi LIBERO!
Ho appena aperto partita Iva, incoraggiato dal nuovo regime dei
minimi: si pagano pochissime tasse (5%!!!) per i prossimi 5 anni!
Forse oggi più che mai lo Stato ci da una mano per rischiare e metterci in proprio…direi che è un’occasione da non perdere…
ps: un’ultima dritta: se vi preoccupa la spesa “fissa” del commercialista, posso suggerirvi gli studi che operano on-line, si risparmia moltissimo (io mi sono rivolto a questo – http://www.stconsulenze.it – il dott. che mi segue è gentilissimo, preciso e puntuale).
In bocca al lupo a tutti!!! ;)Luigi B.