[OT] Quanti siete là dentro?
La percezione di un assetto della realtà completamente diverso da quello socialmente accettato ed imposto con scienza e religione porta ad un conflitto interiore devastante.
Il punto fermo della psiche causa/effetto crolla di schianto e porta a dinamiche dei propri processi cognitivi completamente differenti dai meccanismi socialmente accettati.
Diventano improvvisamente motore della propria crescita interiore tesa all’acquisizione di una maggiore consapevolezza, e nello stesso tempo motivo di alienazione sociale con gli altri.
Non è più possibile a questo punto adeguarsi e la vita si snoda su una lama di rasoio, da un lato tentando di non perdere la visione netta, chiara del fatto che ciò che vediamo non è necessariamente ciò chè sembra essere, e dall’altra tentando di non far fuoriuscire eccessivamente questa parte fondamentale nel nostro io per non suscitare in chi ci sta vicino reazioni irrazionali di rabbia o fastidio, o nella peggiore delle ipotesi ritrovarsi inevitabilmente soli.
Quello che vedo non è cio che è. Non sono le azioni materiali a determinare delle conseguenze. Il tempo è una illusione. E tutto sembra un carosello con parti assegnate e ruoli da copione.
E internet diventa una ricerca, una piazza piena di persone affannate e frettolose tra le quali cercare con lo sguardo qualcuno che cerca come te.
Il limite sottile che delimita la follia dalla normalità a volte non ha senso, e secondo la morale comune potrei benissimo essere rinchiuso dentro un manicomio. Soltanto che se vedessi qualcuno passare fuori mentre sono vicino al cancello gli chiederei "Quanti siete la dentro?"
Ma tutti hanno bisogno dei propri simboli, alienazione visiva e materiale della nostra parte più profonda. Uno dei miei simboli è un film: Donnie Darko.
E’ stato un flop. Non si capisce, hanno detto. Secondo me non va capito. Racconta esattamente quello che molti provano e che ho appena descritto. E, non fa mai male, una grande canzone di Gary Jules come colonna sonora, originariamente scritta dai Tears For Fears dal titolo emblematico: Mad World.
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