Calcio gratis, Cassazione: illegali links alle partite
Ulteriore colpo di scena nella vicenda del calcio gratis in internet che ha visto prima il sequestro di Coolstreaming.it e Calciolibero.com e poi il successivo dissequestro.
La Corte di Cassazione ha smentito il GIP che ha ordinato il dissequestro dei due siti, e dichiarato illegale la condotta dei due proprietari perseguendoli di nuovo. In base a questa sentenza solo linkando a contenuti accessibili disponibili da qualche parte del pianeta si commette reato, se qualcuno ne detiene i diritti a livello locale.
Ricapitolo la vicenda in due parole.
Photo credit: Kyle Stauffer
Il sequestro di Coolstreaming e CalcioLibero
In Gennaio 2006 i due siti vennero sequestrati accusati di aver imbastito in maniera illegale e truffaldina accorgimenti tecnici tesi a rubare un segnale dalla cina e deviarlo sui propri siti. "…il meccanismo era piuttosto complesso. Il segnale video veniva rubato da due network cinesi che trasmettevano lecitamente le partite. Gli organizzatori dei siti lo mettevano poi a disposizione su Internet…" (dalla nota di agenzia).
Tutto ciò si dimostrò clamorosamente falso, tendenzioso e a mio avviso gravemente lesivo nei confronti delle persone chiamate in causa.
Il dissequestro di Coolstreaming e CalcioLibero
Nel marzo del 2006 i siti vennero dissequestrati in quanto venne riconoscita l’infondatezza dell’accusa iniziale e che il segnale delle partite veniva semplicemente diffuso in internet da emittenti che avevano regolarmente acquisito i diritti da SKY. Semmai tali emittenti avrebbero dovuto prendere accorgimenti per evitare di diffondere globalmente programmi di cui avevano acquisito i diritti a livello locale. I due "criminali" in ogni caso, avevano semplicemente due siti ove gli utenti ricercavano i nomi delle emittenti che avrebbero trasmesso gli eventi.
La Cassazione dichiara i link illegali
Ed eccoci alla notizia fresca fresca. La corte di cassazione ha emesso una sentenza in base alla quale scambiare link o informazioni in merito a contenuti legali di cui qualcuno detenga i diritti, è illegale ed è reato.
Rendiamo più chiaro il tutto
Quando si leggono sentenze, interventi di avvocati ed altre ampollose noiosità forse non si ha bene l’idea della situazione reale delle cose e del loro svolgersi, per cui tenterò di descrivere questi eventi in maniera goliardica ed umoristica.
- Il sequestro: "Voi avete preso di nascosto il segnale da SKY, rubandolo a due emittenti cinesi e trasmettevate le partite sul vostro sito per guadagnare illecitamente violando il diritto di autore"
- Il dissequestro: "Veramente non abbiamo proprio fatto nulla, i segnali venivano diffusi da tutte le televisioni che ne avevano acquisito i diritti da SKY e tutti le potevano vedere per conto proprio senza i nostri siti"
- La Cassazione. "Ah! Va bene! Allora vi processiamo perchè vi dicevate a che ora e dove erano le partite!"
Divertente vero? Ed è anche quello che è successo realmente a mio avviso. Tutto si basa su un punto che accuratamente ogni giornalista evita di approfondire; la confusione (sospetta) che si fa tra Proprietà intellettuale e Proprietà industriale.
Non sono un avvocato nè un giurista e l’argomento è abbastanza complicato, ma esprimendo un parere da libero cittadino senza alcuna pretesa giuridica mi sento di poter dire che se qui stiamo parlando di proprietà industriale è di SKY il dovere di proteggere i propri interessi con opportuni accorgimenti onde evitare che emittenti aventi i diritti locali diffondano le immagini dappertutto.
Ma, e qui arriviamo al punto, se si tratta di proprietà intellettuale, anche solo se l’utente dice ad un altro "a questa ora ed a questo canale c’è la partita gratis" avviene l’infrazione della legge.
Come si risolve il problema? Semplice, è sufficiente trasformare le partite di SKY da Proprietà industriale a Proprietà intellettuale (come non dovrebbe essere a mio avviso), per cui TUTTI ZITTI! Se conosci un canale che trasmette una partita di serie A accessibile senza pagare e lo dici a qualcuno, come per magia sei un criminale.
Segue comunicato stampa di Coolstreaming in merito alla vicenda pervenutomi oggi, 16.10.2006. Riporto integralemente;
Lo staff di Coolstreaming prende atto della recente sentenza della Corte di Cassazione, emanata nella fase cautelare del procedimento penale, pur non condividendone le motivazioni. La "responsabilità da link" prefigurata dalla sentenza va, infatti, a nostro avviso, a pregiudicare la stessa libertà di manifestazione del pensiero su Internet, andando a colpire la libera circolazione delle informazioni on-line. Coolstreaming continuerà pertanto a sostenere le sue ragioni nelle sedi competenti al fine di vedere finalmente riconosciuta la propria innocenza.
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