Come Vengono Calcolati i Click Validi Sugli Annunci AdSense?
Ecco il commento lasciato su Ikaro Abbattuto da Google Panda Update 2.4;
Ciao, c’è una cosa che non mi quadra, il mio blog fa un traffico abbastanza limitato, anche se sta iniziando a consolidarsi. Ho però alcuni dubbi su come AdSense funzioni, infatti ho chiesto ad un mio amico di fare click su un annuncio per verificare se effettivamente questo veniva conteggiato e, sorpresa, dopo tre giorni nel pannello riassuntivo ancora non c’è. E’ normale o Google conta a modo suo?
Ti premetto che fare o far fare click è fortemente vietato dalle policy, quindi ti sconsiglio test del genere perchè, anche se fatti in buonafede, possono portare a conseguenze spiacevoli.
Detto questo ovviamente nessuno sa quali criteri vengano utilizzati per la contestualizzazione degli annunci o per il calcolo dei click validi.
Quello che posso dire è che a partire dallo scorso marzo/aprile molti grandi publishers hanno registrato un drastico calo del CTR, ovvero la percentuale dei click sugli annunci piazzato nei loro siti.
Cali nelle percentuali di click in genere possono essere giustificati da;
- Diminuzione del numero di annunci con relativa decontestualizzazione dei servizi che appaiono in una determinata pagina
- Diminuzione del rank nelle SERP per le chiavi altamente attinenti alle ricerche
- Termine di campagne dei publishers con gli ads più accattivanti e performanti
ma al di la di questo ritengo che effettivamente qualcosa sia cambiato anche nel calcolo dei click validi.
Sono arrivato a questa conclusione dopo aver monitorato le statistiche su una mia pagina che generava molti click con una determinata key di entrata. Ebbene, il CTR è diminuito drasticamente con la stessa inbound key.
Daltronde lo stesso Larry Page, tornato alla guida di Google lo scorso Aprile aveva preannunciato cambiamenti nella gestione dell’advertising online per garantire il massimo ritorno agli advertiser (ROI).
Una possibile strategia sarebbe proprio potuta consistere nel non conteggiare click che non sono utili a coloro che li pagano. Quali sono?
Quelli che poi non vengono seguiti da un tempo sufficiente trascorso sul sito dell’advertiser, o che non genera conversioni.
In poche parole;
- Click fatti per sbaglio
- Click sugli annunci che vengono confusi col contenuto del post
- Click fatti apposta per regalare qualche centesimo al publisher
- Il click del tuo amico, che poi non ha fatto nulla sul sito dell’advertiser
e la cosa ha un suo senso perchè prima di questo ci fu un altro drastico calo generale del CTR in passato (esattamente nel 2008): quando l’area intorno agli ads fu resa non più cliccabile.
In questo modo per fare click l’utente doveva cliccare esattamente sul titolo dell’annuncio, col risultato che tutti i click fatti per sbagli furono eliminati ed i CTR a due cifre di molte pagine performanti passarono drasticamente ad una cifra soltanto.
Grazie per l’informazione, avevo sospettato anche io qualcosa del genere, ma a questo punto cosa definisce utile un click? Mi spiego, l’advertiser può decidere di usare determinate keyword/testi per attrarre l’utente, questi una volta finito sul sito però riscontra che quanto letto non è utile, anzi, lo trova fuori luogo rispetto alla motivazione iniziale. A questo punto lui non ha compiuto alcuna azione, ma è l’advertiser che ha “giocato sporco”, perchè quindi non deve essere riconosciuto il click?
Dubbio lecito che condivido 🙂
Avere sulle proprie pagine annunci di advertiser del genere non conviene neanche ai publishers.
Aggiungo un’ultima domanda, ho letto qualche tuo articolo in merito, ma sinceramente resto confuso, parlando di Analytics e della frequenza di rimbalzo è meglio quando questa è alta o bassa? Mi spiego, da quanto letto comprendo che è meglio quando è bassa, ma perchè nel testo in calce alla tabella delle frequenze di rimbalzo compare la dicitura “Scopri come aumentare la tua frequenza di rimbalzo?”, quindi va aumentata o diminuita?
Con certezza la frequenza di rimbalzo è un dato che deve rimanere basso. Un’alta frequenza di rimbalzo indica scarso interesse degli utenti che arrivano sul sito. In poche parole: arrivano, danno una rapidissima occhiata, capiscono che non troveranno quello che cercano e passano altrove. Questo è penalizzante.
Mille grazie, ora almeno vi è un punto fermo.
Ho letto l’articolo ed ho postato un commento. La domanda successiva è: come faccio ad escludere questi annunci? Non penso di poterli filtrare in base al valore del click, al massimo per argomento, o sperare che la ROI salga.
Il ROI riguarda l’advertiser, ovvero chi paga la pubblicità. Riguardo il filtro per togliere gli ads che pagano meno ci sono pochi strumenti tra cui AdsBlackList che non ha mai funzionato a dovere, infatti al momento è sospeso.
Purtroppo è solo Google che decide quali adsl visualizzare sul tuo blog
Piccolo aggiornamento da parte mia. Un mio amico visitando il mio sito ha trovato un annuncio che ha ritenuto interessante. Ha quindi cliccato sull’annuncio e si è fatto inviare le informazioni che gli interessavano (tutto sotto i miei occhi). Il click non è stato conteggiato. A questo punto quando viene ritenuto lecito il click?
Ciao Roberto caso interessante. Vediamo di capirci un po di più. Che computer ha utilizzato il tuo amico? Che connessione? Hai mai utilizzato quel computer per loggarti a servizi Google? Hai mai utilizzato quella connessione con un tuo pc/tablet/cellulare per loggarti a servizi google?
Il computer era un Mac, il browser Firefox. Il computer non lo avevo mai usato per loggarmi ai servizi Google, ma la connessione si (lo avevo fatto dal mio iPad per verificare la gmail)
Allora probabilmente Google potrebbe aver associato quelll’IP alla tua utenza escludendolo per il calcolo dei click, ma se fosse così dovrebbe essere un IP fisso e non dinamico (che può cambiare ad ogni connessione). E’ così?
L’IP è dinamico in quanto è l’utenza ADSL di casa, il mio amico era venuto a trovarmi ed ha aperto il mio sito per leggere un post, a quel punto ha trovato la pubblicità ed ha cliccato dal suo MacBook.
In tal caso le cose si complicano. Se veramente l’IP è dinamico, non hai mai utilizzato quel PC per loggarti a servizi GG, e se al click è seguita una azione allora solo AdSense sa perchè non è stato conteggiato.
Il discorso è che in questo caso viene meno la trasparenza. Mi spiego, se io decido di ospitare della pubblicità sul mio sito è perchè in qualche modo accetto un compromesso tra il recupero economico (non parlo di guadagno) ed il fastidio che creo nella navigazione (e quindi conseguente calo di visite) inserendo banner pubblicitari all’interno del mio sito, spesso anche di concorrenti (se non voglio impazzire a mettere migliaia di filtri per evitarlo). E’ come Mediaset che accetta la pubblicità di Sky o viceversa, sono concorrenti, anche feroci, ma Sky conosce i dati di mediaset ed accetta le tariffe e vicerversa. Qui non conoscere l’algoritmo per cui si percepiscono i fondi, o non poter tenere traccia del click su quale pubblicità ha partorito l’introito apre a dubbi leciti anche sul calo o aumento del guadagno. Ma questa diviene polemica sterile e quindi meglio glissare.
Non sei solo tu a pensarla in questo modo. Proprio per questo Google è nel mirino degli enti antitrust di molti paesi proprio per la mancanza di trasparenza su AdSense. Solo da un anno (o forse più, non ricordo bene) sono stati costretti a pubblicare la ripartizione delle commissioni sui click tra il publisher e loro, dati che ora appaiono chiaramente nel nostro profilo. Prima si ipotizzava anche su quello…